Medico Neurochirurgo
Dott.Miran Skrap
Laureato a Trieste nel 1978
Specializzato in NCH a Padova nel 1988.
Lavorato all’estero sino al 1984
Frequentato la Clinica di Neurochirurgia a Lubiana e poi a seguire dal 1985 diversi centri tra i più rinomati a livello mondiale : M.G.Yasargil (Zurich-Switzerland, T.Sundt (Mayo Clinic-USA), C.Wilson (Univ.of San Francisco-USA), P.Jannetta (Univ.of Pttsburgh-USA), P.Kelly (Mayo Clinic-USA), G.Ojemann (Washington Univ.Seattle) P.Kelly (NYU Medical Center-USA) New York.
Primario presso la Neurochirurgia di Udine dal 1997 al 2023.
Esperienza clinica e la patologia trattata
- Tumori cerebrali
- Gliomi di alto e basso grado
- Meningiomi
- Neurinomi
- Tumori intraventricolari
- Tumori secondari (metastasi)
- Lesioni vascolari (aneurismi)
- Malformazioni arterovenose (MAV)
- Angioma cavernoso
- Neuralgia del trigemino
- Emispasmo del n.facciale(Tic del facciale)
- Patologia degenerativa del rachide
AMBULATORI DOVE VISITA - VISITE SPECIALISTICHE
SALUS A TRIESTE
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OSPEDALE SAN CARLO DI NANCY
ROMA
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Ospedale Villa Maria Cecilia a Cotignola di Lugo - Ravenna
Email : skrapm4@gmail.com
Email: m.skrap@polifvg.it
Organizzatore di corsi e congressi
National congress of the Italian society of neurosurgeons, neurologist and neuroradiologist. SNO (
Grado 2004
National Congress of the Italian neurosurgical Society and Joint meeting with Japan Neurosurgical Society.
Udine 2008
International meeting:”Cerebral functions and surgery”
Udine 2011
Acute treatment of cerebral aneurysms
Venezia 2016
Cerebral gliomas: combined treatments
Venezia 2017
Treatment of meningiomas: state of art
Venezia 2018
Congress of Italian Neurooncological Society
Udine 2019 (AINO)
Conferenze e collaborazioni
Numerose relazioni su invito e collaborazioni con strutture scientifiche .
Pubblicazioni
172 articoli su riviste internazionali indicizzate (tutte visibili su Pubmed)
PATOLOGIA TRATTATA
Per l'enorme variabilità con cui si presentano le lesioni cerebrali ,
non solo quelle tumorali,
ogni singolo paziente rappresenta una storia a sé e quindi
la strategia terapeutica migliore va sempre valutata e discussa con ogni
singolo paziente.
Tumori cerebrali.
Si tratta di masse di tessuto neoformato che possono crescere a partenza dalle strutture presenti all’interno della scatola cranica o da cellule che si diffondono da tumori in altre sedi del corpo (metastasi).Queste masse possono grossomodo essere distinte in forme benigne e maligne. Le prime si limitano a schiacciare il cervello mantenendone l’integrità anatomica almeno nelle fasi iniziali ,le forme maligne invece infiltrano il cervello, non necessariamente c’e un grosso schiacciamento ma distruggono il contesto anatomico. Questa differenza è il punto più importante, le lesioni benigne sono ben delimitate mentre nelle lesioni maligne le cellule possono diffondersi anche a grande distanza per cui necessitano di una terapia che possa agire anche su queste cellule (radio e chemioterapia).
Va comunque specificato che c’è poi una notevole variabilità con qui queste lesioni vengono poi gestite. Va considerata l’istologia, l’aspetto molecolare , la sede lesionale, l’età del paziente, il quadro clinico iniziale, la velocità di crescita e le possibili evoluzioni .
Gliomi di alto e basso grado
Sono tumori che originano dal tessuto cerebrale. Possono infiltrarlo in misura diversa come altrettanto diversa può essere la velocità di crescita. Si va dai gliomi a basso grado con crescita anche lentissima a quelli di alto grado con una crescita anche molto veloce. La natura infiltrante implica un coinvolgimento delle funzioni cerebrali.La chirurgia rimane a tutt’oggi il passo terapeutico più importante in quanto maggiore sarà l’asportazione migliore sarà la prognosi.L’estensione dell’asportazione è però condizionata dalla sede e dalle funzioni presenti nell’area.Da qui l’opportunità di fare in alcuni casi ( lesioni di basso grado) un’asportazione con il paz. sveglio e collaborante in modo da ridurre i rischi di danni funzionali. In tutti i casi si fa uso di un monitoraggio neurofisiologico che consente di monitorare le funzioni essenziali .Nella maggioranza di queste forme , per la presenza di cellule che hanno infiltrato le aree circostanti, sarà necessario aggiungere alla chirurgia la terapia adiuvante, cioè chemio e radioterapia. Nella chemioterapia ci sono grossi investimenti nell’ambito della ricerca e cominciano esserci delle sostanze chemioterapiche efficaci seppur in una bassa percentuale di casi. Anche per i tumori cerebrali si parla quindi di terapia personalizzata ma non c’è ancora quell’incisività di risultato che c’è per lesioni di altri organi .
Esempio di lesione di basso grado Lesione di alto grado con con presa di contrasto in RMN ed infiltrazione
Lesione di basso grado dell'insula prima e dopo l'asportazione
Meningiomi
Sono tumori che originano dalla dura , dall’involucro che avvolge tutto il cervello. Sono generalmente lesioni benigne che si possono asportare completamente con guarigione del paziente. La difficoltà della chirurgia dipende dalla sede e dai rapporti con le strutture contigue, dalla grandezza e dal tipo di aderenze che la lesione contrae con i tessuti circostanti. Le sedi più difficili sono quelle della base cranica che coinvolgono i nervi cranici alterandone l’anatomia e rendendoli estremamente sensibili alla manipolazione chirurgica. Un esempio è il meningioma petroclivale che è spesso voluminoso e può inglobare nervi cranici e vasi. Fortunatamente esistono i trattamenti radiochirurgici , cioè un’ irradiazione estremamente circoscritta di un’area che consente di bloccare il residuo a condizione che questi sia piccolo.
La strategia terapeutica migliore per il paziente va sempre discussa direttamente con il chirurgo.
Voluminoso meningioma della falce a dx. senza edema
Piccolo meningioma della convessità con un vasto edema
Meningioma frontobasale con interessamento dei nervi ottici. Si vede il distacco dai nervi e l'immagine postoperatoria di rimozione della lesione
Neurinomi
Sono tumori benigni a partenza dalla guaina del nervo. Nella maggioranza dei casi sono lesioni a partenza del nervo acustico per quanto riguarda la cavità endocranica . Nella maggioranza dei casi i paz. hanno già perso l’udito. L’aspetto delicato della chirurgia è il mantenimento del nervo facciale (muove la muscolatura della faccia e chiude la palpebra) che scorre sulla superfice della lesione e può essere anatomicamente molto alterato . L’indicazione chirurgia vale per le lesioni più grandi che già coinvolgono il tronco encefalico . Per le forme più piccole ,data la crescita lentissima, ci si può limitare al monitoraggio con risonanza magnetica o alla radiochirurgia se poco più grande
Neurinomi del n.acustico prima e dopo l'intervento.
Tumori intraventricolari
Sono lesioni poco frequenti che crescono nelle cavità ventricolari. Generalmente si presentano con la cefalea per aver ostruito o alterato il flusso liquorale cerebrale con conseguente idrocefalo.
Come sempre nelle lesioni cerebrali l’aspetto istologico è quello che determina l’evoluzione clinica e la prognosi oltre a condizionarne subito la chirurgia. Punti dirimenti sono la base d’impianto, la sede e la possibilità di un comportamento infiltrante. In linea generale anche in questi casi è indicata una riduzione chirurgica della massa quanto più estesa o perlomeno una biopsia se la chirurgia è a troppo rischio. Va tenuto presente che una massa intraventricolare va a interferire con il flusso liquorale per cui spesso sarà da pensare ad una derivazione o ad una ventricolo-cisterno-stomia per via endoscopica.
Lesione presente nel ventricolo lat. a dx.
Voluminosa lesione ventricolare prima e dopo l'intervento
Tumori secondari (metastasi)
Il cervello è un organo piuttosto recettivo per cellule tumorali provenienti da lesioni in altre sedi del corpo. Quelle a partenza dal polmone o dal seno sono le più frequenti. Sono pazienti che sono gestiti comunque dall’oncologo . In alcuni casi con lesioni particolarmente grandi è indicata una rimozione chirurgica la cui difficoltà sta soprattutto nella sede anatomica. Fortunatamente esiste oramai da tempo la possibilità di un trattamento radiochirurgico che è però possibile in lesioni di minori dimensioni. Il neurochirurgo in questa patologia ha comunque un ruolo di passaggio per risolvere un problema acuto o in taluni casi per avere una diagnosi precisa. Il paziente rimarrà sempre di pertinenza oncologica.
Casi di metastasi cerebrali
Tumori intraspinali (neurinomi, meningiomi)
Sono lesioni espansive benigne che vanno a schiacciare il midollo spinale e le radici nervose corrispondenti. Il neurinoma cresce dalla radice nervosa mentre il mengioma ovviamente cresce dalle meningi che avvolgono e contengono tutto il midollo spinale e la parte iniziale delle radici nervose spinali. Hanno generalmente una crescita lenta per cui l'insorgenza dei disturbi è spesso subdola prima che il paz. esegua il primo esame diagnostico. Pertanto spesso si scoprono quando le lesioni occupano tutto il canale spinale per cui si pone quasi sempre un'indicazione neurochirurgia. Essendoci il presupposto di una lesione benigna con margini ben definiti il distacco dalle strutture nervose è generalmente agevole. Per definizione però, qui come per altre lesioni, possono sempre subentrare delle situazioni impreviste .Importante che si arrivi alla chirurgia prima che ci siano già dei danni importanti alle strutture nervose.
Lesioni vascolari (aneurismi)
Sono patologie legate all’anomalo sviluppo della vascolarizzazione cerebrale. In queste lesioni il primo argomento da valutare è il rischio di emorragie che si possono presentare con una semplice cefalea acuta o con un quadro ben più impegnativo e problematico.
In primo luogo per frequenza si parla di aneurismi cerebrali .
Sono dilatazioni sacciformi a partenza di un vaso arterioso generalmente in un punto dove il vaso si ramifica.
Oltre alla chirurgia esiste oramai da anni la possibilità di un trattamento endovascolare , cioè una chiusura dall’interno del sacco aneurismatico con diversi materiali (spirali) che il neuroradiologo posiziona tramite dei cateteri endovascolari. Non tutti i casi si prestano a questa metodica per cui va discusso tra chirurgo ed endovascolare. Va detto però che oggi la maggioranza dei casi può esser trattata per via endovascolare.
Aneurisma prima e dopo ill clippaggio chirurgico
Aneurisma prima e dopo l'embolizzazione con chiusura completa
Malformazioni arterovenose (MAV)
Sono dei veri cortocircuiti tra sistema arterioso e quello venoso costituiti da uno o pochissimi singoli vasi (fistole) o una miriade di piccoli vasi generalmente fragili a rischio di rottura. La malformazione può essere di dimensioni diverse, può presentarsi compatta o con più isole angiomatose nel cervello ed ovviamente in tutte le sedi cerebrali. Ancor più che per altre patologie cerebrali ogni singolo caso va discusso a sé contemplando la possibile strategia che va dall’embolizzazione, alla chirurgia ed alla radiochirurgia per lesioni di limitata grandezza. Per l’estensione e sede della malformazioni ci sono anche i casi nei quali qualsiasi tentativo terapeutico può presentare un rischio maggiore di quello fisiologico di rottura per cui non si può far nulla.
Malformazione arterovenosa asportata chirurgicamente dopo diverse embolizzazioni con le quali è stata ridotta e resa trattabile con la chirurgia
Angioma cavernoso
E’ una malformazione vascolare congenita prevalentemente sul versante venoso che può trovarsi in qualsiasi sede del sistema nervoso centrale.
Si scoprono quali reperti occasionali, a seguito di crisi epilettiche di cui ne possono essere la causa o perchè hanno sanguinato . Da sapere però che questo rischio è molto basso ed il sanguinamento, dovesse esserci , è di tipo venoso e generalmente ben tollerato almeno al primo episodio.
Cosa fare?
E’ anche questo un discorso molto articolato che va fatto per ogni singolo caso . Va valutata l’età , la sede, la grandezza, il rischio di sanguinamento che sappiamo bassissimo ed infine anche l’atteggiamento psicologico dello stesso paz. Volendo semplificare si va da un atteggiamento conservativo con semplice follow up nei casi occasionali ad un’indicazione chirurgica nei casi emorragici. Questo perché se ha sanguinato una prima volta è più alto il rischio di un nuovo sanguinamento.
Più discussi i casi con crisi epilettiche . Anche qui è importante l’età. Considerata che la chirurgia è relativamente agevole si tende ad asportare il cavernoma nel paziente più giovane consentendoli con ogni probabilità di evitare la terapia antiepilettica . Decide comunque il paz. tanto più se è già in età adulta .
Ribadisco, va discusso ogni caso.
Cavernomi del talamo con evidenziazione delle fibre che gestiscono il movimento e la sensibilità
Neuralgia del trigemino
Si tratta di un dolore estremamente intenso e violento nel territorio innervato da questo nervo che controlla la sensibilità della metà del viso diviso nelle tre branche: la prima frontale, la seconda mascellare e la terza mandibolare.
Il dolore che interessa la seconda e la terza branca è quello più frequente. Le cause possono essere diverse per una qualche patologia lungo le vie del n. trigemino (ed es. le malattie demielizzanti) ma quella che può essere di competenza del neurochirurgo è quando c’è un contatto tra un’arteria e la radice del nervo trigemino. Si parla di conflitto neurovascolare ed Il dolore è dovuto alle pulsazione arteriosa trasmessa al nervo. In questi casi il dolore è tipicamente parossistico . Il paz. parla di un dolore tipo scosse elettriche violentissime. Diversamente , nel caso di un dolore continuo o di bruciore e molto probabile che la causa sia un ‘altra e che non sia di pertinenza neurochirurgica.
Questo contatto / conflitto tra arteria e nervo si può evidenziare con la Risonanza magnetica .
Generalmente il trattamento iniziale è farmacologico ma con gli anni tende a peggiorare per cui si può ragionare in termini chirurgici. La chirurgia implica una mini apertura dell’osso dietro all’orecchio per raggiungere direttamente il nervo ed identificare il vaso arterioso ed il punto di contatto. A questo punto si separano le due strutture, si allontana l’arteria in modo che non ci sia più questo martellare sul nervo.
I risultati nei casi con quadro clinico tipico e dolore parossistico sono eccellenti.
In alternativa ci sono trattamenti percutanei che agiscono in modo relativamente traumatico sulla radice del nervo o sul ganglio , in qualche modo tramortendolo, senza però togliere la causa per cui la durata del beneficio può essere breve. Con una filosofia simile si è aggiunta anche la radiochirurgia. Generalmente queste indicazioni sono poste in paz. molto anziani o con problemi di salute generale importanti.
Visione intraoperatoria del contatto tra arteria e nervo trigemino
Emispasmo del n.facciale(Tic del facciale)
Lo stesso meccanismo di conflitto neurovascolare lo si può avere anche per il n. facciale la cui azione è motoria e fa contrarre spontaneamente i muscoli del viso abbassando o chiudendo del tutto la palpebra . Non c’è dolore ma queste contrazioni spontanee della muscolatura facciale peggiorando con il tempo provocano un grande disagio al paziente.
Anche qui si va a spostare l’arteria dal nervo facciale . Anche qui esiste un trattamento farmacologico ma di durata limitata . Non trattandosi di dolore la casistica osservata è meno frequente.
Patologia degenerativa del rachide
E’ un capitolo molto esteso ed articolato. Per quanto riguarda l’esperienza personale, si considerano solamente forme con danno di una struttura nervosa che consente la possibilità di un approccio microchirurgico. Si intendono così le forme erniarie , le stenosi (o restringimento) del canale o del forame intervertebrale dove la clinica è legata ad un danno di una struttura nervosa con dolore importante e/o deficit neurologico. L’andamento di queste patologie può essere molto dinamico e vario nel tempo ed in ogni singolo paziente. I presupposti per un orientamento chirurgico, tranne i casi urgenti, sono generalmente la stabilità del quadro clinico con compressione e danno di una struttura nervosa senza che ci sia oramai un accenno al miglioramento .